Il tutoring nei Bisogni Educativi Speciali

Possiamo affermare che senza empatia, intesa come la capacità di sentire dentro di se’ i sentimenti e le emozioni dell’altro, pur non identificandosi con lui, non si può instaurare una relazione di aiuto. In ciò, Rogers aveva perfettamente ragione (come potrei, per altro, affermare il contrario??)
E’ altrettanto vero che negli ultimi decenni le Scienze umane hanno imparato a considerare la neuropsicologia come una fonte inesauribile di scoperte che ci permettono di conoscere meglio sia i meccanismi dello sviluppo tipico, sia quelli dello sviluppo atipico.
Conoscere, solo per fare un esempio, l’importanza dei neuroni specchio per la nostra specie, ci ha dato modo di capire che cosa sia l’empatia stessa e perché possiamo comunicare fra noi anche solo attraverso la mimica facciale…?
Ecco, io penso che oggi possiamo essere ancora più competenti nel porci le domande giuste di fronte ai nostri alunni: la Diagnosi può essere utilizzata come strumento “regolativo” valido, sia per capire il punto di partenza “descrittivo” nel quale si collocano limiti e potenzialità di una persona, sia per aprirci al cambiamento. Un cambiamento che però non si basa solo su nostre percezioni istintive, ma anche su dati di realtà.
Cioè in altre parole, io sono per la Diagnosi al servizio dell’empatia.
Senza empatia e senza relazione, una Diagnosi non serve, se non a definire una persona, che invece deve essere conosciuta, rispettata, e come avete scritto, dovrebbe sorridere il più possibile quando è con noi.
Senza Diagnosi, però, andremmo spesso a tentoni, ed è bello che invece ce ne serviamo, proprio quando c’è un Bisogno Educativo che rende il nostro alunno ancora più Speciale….
 
Dr.ssa Cristina Franceschini