Di SABRINA DORE
“Suona la campanella e dove si va oggi? Al Doposcuola; qui ad accoglierci tra gli operatori troviamo anche i Tutor dell’apprendimento”. Queste le parole che in ragazzi di un Doposcuola in quel di una piccola realtà di provincia di Mantova dicono ogni giorno.
Ma cosa fa un tutor? Li accoglie, li guida, ma soprattutto in prima battuta li ascolta e cerca di costruire con loro prima di tutto una relazione basata sulla fiducia reciproca, fatta in alla base di intese, di confidenze, di sguardi e di modi di comportarsi che già ad uno sguardo attento trasmettono tanto. Il non detto che fa capire più del detto e dal quale costruire una sessione di lavoro.
Il tutor con loro consulta diari, registri e li accompagna nella esecuzione dei compiti, ma lo fa attraverso la proposta di strumenti costruiti per loro, ma soprattutto con loro. Strumenti che devono dare loro la possibilità di imparare a fare da soli pur sapendo che c’è un paracadute, come ci piace definirci, che in caso di caduta attutisce il colpo, cura eventuali graffi ma nello stesso tempo aiuta a rialzarsi e ripartire.
Ogni ragazzo ha bisogno di un percorso a se, ha bisogno di strumenti personalizzati e sta al tutor comprendere quale è più efficace per ognuno di loro. Le difficoltà non mancano ma un buon tutor sa che le difficoltà saranno ricompensate dai piccoli grandi successi che ognuno di loro saprà raggiungere nelle sfide quotidiane. Non si tratta solo di offrire loro strumenti, ma anche e soprattutto un tutor ha il compito di ascoltarti e di offrire loro parole di incoraggiamento, gioire con loro dei successi, ma ascoltare anche i momenti di scoraggiamento in cui tutto sembra perduto. Accogliere e condividere credo che siano le parole chiave per chi decide di percorrere la strada del Tutor. Parole chiave che si intrecciano con altre due parole che sono Proviamo e Camminiamo insieme.
Ecco, in un doposcuola il tutor è colui che guida i ragazzi. Ma soprattutto condivide con loro i pomeriggi di compiti svolti individualmente o in piccolo gruppo. Una condivisione che porta il tutor a capire anche quando è il momento di fermarsi per sdrammatizzare una situazione che si sta facendo difficile, o sorridere per qualche lapsus che può capitare sia al tutor sia ai tutee o condividere un momento di difficoltà per cercare insieme di trovare possibili vie di soluzione.
Il doposcuola diventa una grande famiglia in cui tutti possono e sono chiamati ad offrire il proprio contributo, perché ognuno può essere una risorsa, ognuno può diventare “tutor” degli altri. Essere tutor professionista sta anche nel riuscire a creare un gruppo nel quale accanto a percorsi individualizzati diventano importanti strategie come il cooperative learning o la flipped classroom.
Presentazione
Pedagogista specializzazione in pedagogia clinico-giuridico. Consulente pedagogica, esperta in pedagogia delle emergenze. Lavoro come educatrice scolastica e domiciliare tramite coop a stretto contatto con la fragilità. La mia esperienza a scuola e non, mi ha portato a voler conoscere, tra le varie aree, anche quella dei BES e DSA. Collaboro con un doposcuola come tutor dell’apprendimento. Il mio motto, la parola d’ordine che suggerisco ai ragazzi che affianco è: provaci sempre; mai arrendersi.. io sono qua e sono pronta a guidarti!